Dea del cielo o figlia di Eva?
La donna nella letteratura italiana fra Rinascimento e Controriforma
a cura di Maiko Favaro e Alessandra Sirugo,
via Madonna del mare 13, 21 ottobre 2017 – 21 aprile 2018
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Le donne hanno avuto un Rinascimento?
Nasce da questo interrogativo la nuova mostra del Museo petrarchesco piccolomineo, curata da Maiko Favaro ed Alessandra Sirugo, che verrà inaugurata sabato 21 ottobre alle 17 in via Madonna del mare 13 (3. piano). Claudio Griggio, già docente di Letteratura umanistica all’Università di Trieste e di Letteratura italiana all’Università di Udine, presenta il catalogo, preceduto da un breve concerto per liuto del maestro Federico Rossignoli.
Il museo ha nel suo patrimonio – donato da Domenico Rossetti (Trieste, 1774-1842) – sia le opere fondamentali di Francesco Petrarca e di Enea Silvio Piccolomini, sia le pubblicazioni della stagione dell’Umanesimo e del Rinascimento, una raccolta che consente di declinare la cultura del secolo XVI, quando una nuova concezione del genere femminile si fa strada nelle corti signorili e, in alcuni casi, negli ordine religiosi.. Si afferma la moda dei discorsi sull’eccellenza del sesso femminile, vengono pubblicate numerose raccolte poetiche, alcune delle quali presentate come “templi” in onore di donne da venerare come “dee del cielo”. Non a caso nel Cinquecento assistiamo a un’inedita fioritura di scrittrici ed artiste in Italia. L’esposizione illustra la parabola della donna, che nel corso del secolo viene elogiata come “dea del cielo”, mentre a fine secolo verrà posto l’accento sulla sua condizione di “figlia di Eva”. Infatti tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, l’atmosfera cambia. Dopo il Concilio di Trento, conclusosi nel 1563, mentre impallidisce il modello delle corti signorili, in letteratura l’atteggiamento misogino diventa più frequente.
La mostra delinea il contesto artistico e culturale, testimoniato da edizioni riccamente illustrate dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso e del Rosario di Alberto da Castello. Il patrimonio culturale regionale è testimoniato dalla raccolta di poesie Helice, curata dal nobile Cornelio Frangipane (Tarcento 1508-1588) in onore dell’amata Orsa Hofer, sorella del signore di Duino. Sono proposti poi preziosi esempi di pittura al femminile conservati a Udine, come il Ritratto di Gentildonna di Lavinia Fontana Zappi (Bologna, 1552 – Roma 1614) prestato dalla Galleria d’Arte antica dei Civici Musei, e a Gorizia, come il Ritratto di monaca (copia da Sofonisba Anguissola) attribuito ad Emilia di Spilimbergo, dell’Istituto delle Orsoline. Spicca tra le stampe il ritratto della poetessa Flora Zuzzeri da Ragusa di Dalmazia, donna celebre all’epoca per la sua bellezza, che ispirò un importante scritto sull’eccellenza femminile e fu esaltata nei versi di Torquato Tasso.
Curatore scientifico della mostra è Maiko Favaro, cui è affidata anche la realizzazione del catalogo. La collaborazione dello studioso si inserisce nel progetto con cui ha vinto la borsa ‘Marie Skłodowska-Curie’ della Commissione Europea, strutturato in un soggiorno di ricerca presso la «Freie Universität» di Berlino e in un periodo di tirocinio effettuto presso il Museo Petrarchesco Piccolomineo di Trieste.
La mostra – a ingresso libero – resterà aperta fino al 21 aprile 2018 con orario dal lunedì al sabato 9-13, giovedì anche 15-19. Visite guidate sono programmate il sabato alle ore 11 e il giovedì pomeriggio alle 17; le visite per le scuole si effettuano su appuntamento.
Informazioni e prenotazioni: Tel. +39/0406758184, Fax +39/0406758194
e-mail: museopetrarchesco@comune.trieste.it
Il museo ha una pagina nel profilo Facebook delle Biblioteche civiche di Trieste