Il Museo Petrarchesco Piccolomineo è stato inaugurato nel dicembre 2003 per valorizzare il patrimonio costituito dalla collezione riguardante Francesco Petrarca (1304-1374) ed Enea Silvio Piccolomini (1405-1464), lasciata alla città di Trieste dal conte Domenico Rossetti de’Scander nel 1842.
Il Museo è presente anche sul sito del VII Centenario della nascita di Francesco Petrarca (Commissione Nazionale).
La Storia del museo
Domenico Rossetti de’Scander, avvocato e membro dell’Accademia d’Arcadia tergestina, progettò una collezione petrarchesca piccolominea negli anni della terza occupazione napoleonica di Trieste (1809-1813). Possedeva già un’imponente biblioteca privata e volle dedicare due sezioni ai libri e alle opere d’arte relative a Francesco Petrarca ed Enea Silvio Piccolomini.
Rossetti apprezzava di Francesco Petrarca il poeta delle “civiche virtù”, il difensore dell’idea di una comune patria italiana e l’umanista studioso di storia romana.
Il gentiluomo realizzò una seconda collezione dedicata al senese Enea Silvio Piccolomini, vescovo di Trieste. dal 1447 al 1450, e dal 1458 Papa col nome di Pio II .
Dell’umanista ed ecclesistico toscano Rossetti apprezzava l’opera di scrittore e di storico, ma ne conosceva anche l’attività diplomatica. Pio II era intervenuto infatti nel 1463 in difesa di Trieste, minacciata d’assedio da Venezia.
Alla scomparsa del collezionista, nel 1842, la Biblioteca Civica ne ereditò la collezione, conservandola fin dal 1847 in una sala appositamente dedicata.
Da allora la Sezione petrarchesca piccolominea, il cui patrimonio è stato incrementato anno dopo anno, è stata meta di studiosi di filologia, di storia del manoscritto e del libro a stampa, di storia dell’arte e si presenta ora con una rinnovata sala di consultazione e con uno spazio espositivo dove si alternano mostre che ne documentano le raccolte.