Saba si cimenta come editore per ottenere qualche guadagno e diffondere le raccolte poetiche, che compongono il Canzoniere. Pubblica Coi Miei occhi (1912) a Firenze presso la «Libreria della Voce».
Egli deve assumersi le spese della stampa e affida la decorazione della copertina all’acquerello a Virgilio Giotti (26). Rientrato a Trieste, durante l’apprendistato da libraio, pubblica in tirature limitate degli opuscoli di poche pagine, definiti in bibliofilia plaquette. Dal 1919 al 1932 ha come collaboratore alla veste editoriale Virgilio Giotti. Realizzano insieme manoscritti o dattiloscritti con disegni e fregi a china, messi in vendita in tirature di pochi esemplari a clienti selezionati. Le copie sono dattiloscritte su carta antica, cucite a filo da 5 a 25 esemplari, con coperte rivestite della carta decorata a mano da Virgilio Giotti, simile a quelle prodotte dalla stamperia dei Remondini di Bassano. Dell’artista, fine poeta in vernacolo e in lingua, il suo amico più caro di quegli anni, la Libreria antiquaria pubblica Il mio cuore e la mia casa, l’edizione delle poesie e prose in lingua italiana, con una tiratura di 200 esemplari numerati (27).
Invece per la plaquette di suoi versi del 1919, Intermezzo quasi giapponese, Saba chiede la collaborazione del pittore Vittorio Bolaffio (28). I componimenti sono influenzate dalla forma poetica dell’haiku, anche se Saba non ne applica lo schema metrico e ritmico. Vittorio Bolaffio delinea nel frontespizio una geisha, influenzato dal fascino suscitato in lui dalle culture orientali.
Firenze, Libreria della Voce, 1912
La «Voce» di Prezzolini accetta di editare e distribuire il volume, ma le spese sono a carico dell’autore, che sceglie formato e copertina decorata all’acquerello da Virgilio Giotti.
Saba dedica l’edizione «A Giorgio Fano». La pubblicazione comprende la sezione dei «Nuovi versi alla Lina».
Il poeta triestino pubblica intanto le raccolte che va componendo, al fine di diffondere la sua poesia e guadagnare un po’. Escono per i tipi della Libreria antiquaria le edizioni de Il Canzoniere 1900-21 (29) e di Ammonizione ed altre poesie: 1900-1910, esposta nella Sezione Umberto Saba e il rapporto con la poesia di Francesco Petrarca (6).
Nel secondo dopoguerra Umberto Saba si dedica alla stesura di aforismi e prose brevi che intitola Scorciatoie e raccontini (Mondadori 1946). Narra in uno dei brani come una mattina di dicembre del 1919 o 1920 fosse venuto ad acquistare Le ricordanze della mia vita di Luigi Settembrini, un giornalista de «Il Popolo d’Italia» che conosceva da quando collaborava al quotidiano: era Benito Mussolini (25).