Pietro Andrea Mattioli e le ‘spezie’ nella Venezia Giulia del ‘500

Incontri di approfondimento 2016 alla mostra “La cucina del mortaio e del pestello. Alimentazio e salute tra medioevo e età moderna”

I “Commentarii” che PIETRO ANDREA MATTIOLI (Siena 1501 – Trento 1578) scrive rileggendo dall’originale greco il “De materia medica” di Dioscoride Pedanio (I d.C.) sono il più famoso testo botanico-farmaceutico del XVI secolo, in cui i principî della medicina ippocratico-galenica vengono tradotti e rivisitati nella pratica della medicina rinascimentale. Mattioli non manca tra gli autori esposti in Museo petrarchesco piccolomineo, con una copia della splendida edizione veneziana del 1585 illustrata dai disegni di Giorgio Liberale e dalle xilografie di Wolfgang Meyerpeck.

Non poteva perciò mancare un incontro di approfondimento a lui dedicato.

Martedì 23 febbraio alle 17.30 sarà ELIZABETH VISENTIN, Chimico Iunior e laureata in Tecniche erboristiche con una tesi storico-farmacologica proprio su Pietro Andrea Mattioli, ad introdurci nel periodo goriziano di Mattioli, medico della città isontina tra il 1540 e il 1554, per accompagnarci poi nella landa carsica e lungo il litorale della Venezia Giulia del XVI secolo, dove Mattioli cerca le erbe officinali descritte da Dioscoride, indicandone l’uso medico-alimentare e i luoghi di raccolta nelle nostre zone. Scopriremo così che è sul Monte Sabotino che Mattioli identifica l’Achillea selvatica impiegata nei preparati curativi degli speziali per le sue proprietà antispasmodiche e astringenti. Sempre sul Carso il medico goriziano trova la anche la Malva (Lavatera) Arborea, raccomandata da Dioscoride come antinfiammatorio e coltivata alla fine del Cinquecento dai frati francescani del Convento di Grignano come officinale. Qui raccoglie le radici di Iris, buone per la tosse e gli umori flemmatici o collerici e impiegata, in medicina tradizionale, anche in pediatria, nella fase della dentizione.

Passando dalle spezie importate dall’Oriente e dalle piante esotiche – pepe, sandalo, cannella (la cui acqua distillata sarebbe particolarmente efficace, secondo Mattioli, come stimolante per la concentrazione) e pure le oggi tanto decantate bacche di Goji –  sino ai “semplici” autoctoni della Venezia Giulia,  Elizabeth Visentin proporrà una rilettura dei “Commentari” tra farmacologia antica e moderna, permettendoci di confrontare la fitoterapia antica con le attuali conoscenze sui principî attivi naturali.

 

Elizabeth Visentin, classe 1984, triestina, si laurea in Tecniche Erboristiche con una tesi storico-farmacologica su Mattioli e successivamente consegue l’abilitazione alla professione di Chimico Iunior. Collabora con l’Unità di Paleoradiologia e Scienze affini dell’Ospedale Maggiore di Trieste a progetti di formazione e ricerca in storia della farmacologia, storia della medicina e dello studio dei composti naturali nell’ambito dell’antropologia forense. Nel 2015 ha partecipato come relatrice al convegno “Nel Contado di Gorizia in più luoghi si ritruova: il soggiorno Goriziano di P. A. Mattioli medico naturalista del XVI secolo” con un intervento sulla geobotanica medicinale. È stata relatrice all’annuale “Natale Alchemico” presso il Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche dell’Università di Trieste, con una conferenza sulla comparazione tra farmacologia del ’500 e la moderna conoscenza dei principî attivi naturali. È co-curatrice, assieme al dott. Paolo Ghiara e al dr. Fabio Cavalli, della pagina Facebook “Fitoterapia: usi antichi e moderni delle piante medicinali” , dove viene proposta un’indagine storica sull’uso antico e moderno delle piante officinali attraverso la raccolta di articoli, notizie, curiosità e informazioni scientifiche. Suo il progetto “Il piccolo orto dei semplici” uno spazio di condivisione dove offre informazioni scientifiche sull’uso dei rimedi ed integratori erboristici in età delicate come quella pediatrica (ma non solo) aperto sul social network ma anche ad incontri formativi che si tengono attualmente presso la sede UIL di Trieste

 

 

Museo Sartorio

Sala Costantinides

Largo Papa Giovanni XXIII, 1

martedì 23 febbraio, ore 17.30

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti

 

La mostra “La cucina del Mortaio e del Pestello. Alimentazione e salute tra Medioevo ed Età moderna” a cura di Alessandra Sirugo e Cristina Fenu è in corso presso il Museo petrarchesco piccolomineo, via Madonna del mare 13 – Trieste fino al 3 settembre 2016 con orario da lunedì a sabato 9-13; giovedì anche dalle 15 alle 19.

ingresso libero; chiuso festività civili e religiose

visite guidate ogni sabato alle 11 e ogni giovedì alle 17

si prenotano visite per gruppi turistici e per le scuole

visite guidate: € 4,00, ridotte e gruppi € 2,00

 

https://www.museopetrarchesco.it  http://www.bibliotecacivicahortis.it e pagine Facebook

tel. 0039 040 675 8184 e 0039 040 675 8277

museopetrarchesco@comune.trieste.it

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Museo Petrarchesco Piccolomineo